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“La grande volontà del Signore” è il titolo scelto da Gesù per questo libro. Trattasi di una raccolta di Suoi messaggi che ci ha trasmessi negli ultimi tempi per bocca di un’anziana donna. E’ purtroppo una raccolta incompleta, perché l’evento profetico è iniziato alla fine del 1998, mentre la trascrizione e la stampa comincia solamente dal messaggio del 24 novembre 2002. I precedenti e numerosi messaggi rimangono ancora solo manoscritti.
Questa iniziativa è dunque il frutto di una nostra obbedienza al Signore Gesù nei confronti di una Sua specifica richiesta, fatta nel messaggio del 31 dicembre 2006. Qui tutto avviene così: per obbedienza a Lui e a nessun altro.
La domenica è il giorno giustamente scelto dal Signore per incontrare questo piccolo popolo e parlargli, per trasmettere questi messaggi, così da poter essere divulgati in tutto il mondo.
Siamo circa una ventina di persone a ritrovarci verso le ore 9 di tutte le domeniche mattina. Sono sempre due o tre persone a raccogliere e trascrivere in maniera fedele il testo del messaggio, che puntualmente viene messo sulla bocca di questa anziana donna. Il messaggio viene poi da noi dattiloscritto in maniera integrale, cioè rispettando il linguaggio dialettale e sgrammaticato, così come viene trasmesso.
La donna di cui ho accennato si chiama Maria Candida Peci. E’ nata a Massignano (AP) nel 1932 e vive ora con la sua famiglia nella campagna di Campofilone (AP), in una bella località collinare chiamata Monte Camauro, al n° civico 33.
Ella ha vissuto i suoi anni nella semplicità di madre, moglie e donna di campagna, aiutando il marito, Guido Gregonelli, nel lavoro dei campi. Un lavoro che ha iniziato molto presto, fin da ragazzina, quando, per far fronte alle necessità della famiglia, ha dovuto lasciare la scuola elementare dopo soli tre anni. Ha acquisito dunque un grado di cultura e una condizione di vita che hanno maturato in lei indubbie qualità di semplicità e umanità. Nella sua umiltà ella dice: “Il Signore mi parla. Sento in me la Sua parola. Egli mi ha detto che sono stata scelta da quando avevo due anni”. E’ con queste parole che lei sa spiegare il grande dono della profezia che le è stato fatto da Dio.
Ma ciò che più colpisce di lei è la sua fede nel Signore forte e coraggiosa, una fede presente già nella sua famiglia di origine e che ella ha assorbito fin da bambina. Non mi stupisco affatto quindi che il Signore Gesù l’abbia scelta per questo gravoso incarico. Un’obbedienza che ella svolge in maniera coraggiosa, senza tentennamenti, nonostante le avversità e i sospetti di cui è circondata, certa di avere con sé il Signore a guida sicura e certa di non avvelenare il popolo di Dio con delle falsità. Ella riferisce che questa parola ha in lei una tale forza alla quale non è possibile dire di no.
Per il sottoscritto è più di quattro anni che segue assiduamente questo cammino e crede di poter affermare senza nessuna paura che si tratta di un’autentica manifestazione del Divino. Una cosa seria che va avanti già da più di otto anni. Una verità verso cui, fino ad ora, non è stato dedicato un minimo di interesse da parte del popolo di Dio.
Questa presentazione non può essere una spiegazione dei messaggi qui pubblicati, poiché è cosa impossibile comprendere il pensiero e i piani di Dio. La parola del Signore vola veloce più verso l’anima dell’uomo che verso la sua ragione. Una frase può avere dunque mille e più significati tutti in una volta. E’ consigliabile quindi una lettura attenta, umile e rispettosa, per non buttare via le grazie del Signore. La lettura distratta di chi disprezza non traduce nessun significato spirituale dalle scritture e spreca i benefici per la propria anima. Dio e il Suo pensiero non può essere contenuto in uno schema razionale a portata d’uomo. Ma non altrettanto dicasi per la Sua volontà. Essa infatti ci è stata rivelata fin dalle origini della storia di salvezza.
Così in questi messaggi si leggono vari volti di Dio. Vi è lo sfogo triste di un Padre abbandonato. Vi è il volto potente e severo di un Padre che rimprovera i propri figli a solo fin di bene, con le promesse di tempi difficili e ormai inevitabili. Vi è poi il volto a noi più caro: la Sua infinita bontà, con la quale tende ancora la mano a questa umanità malata e in evidente difficoltà, aspettando che essa faccia ritorno a casa, tra le Sue braccia.
Questi diversi volti di Gesù possono a volte apparire in contraddizione fra loro. Ma la volontà del Signore è assimilabile a un grande mosaico dove tutti i pezzi servono e vanno collocati al loro esatto posto.
E’ vero che il linguaggio utilizzato dal Signore in questi messaggi potrebbe generare dei dubbi in alcuni; in altri addirittura suscitare scandalo. Un modesto discernimento suggerisce che Egli ha voluto così per ricordarci che all’Altissimo non serve l’intelligenza dell’uomo; a Lui serve soltanto la bontà, la fede e il rispetto di chi si pone alla vita con un atteggiamento di attesa per gli eventi del creato e aspetta le verità soltanto da Dio. Forse ha scelto così anche per sottolineare, a noi uomini, che siamo andati a sederci troppo in alto, sopra ai cherubini. Un posto pericoloso, che non ci spetta qui sulla terra e che forse è meglio se scendiamo e torniamo a rimettere i piedi per terra. In questa possibile volontà vi è una forte similitudine con le parole che S. Paolo scrisse nella prima lettera ai Corinzi (cap. 1,18-31), dove l’apostolo riferiva, sotto ispirazione divina, cha a Dio piace l’umiltà dei Suoi figli e rifugge i superbi, annullando l’intelligenza degli intelligenti. E’ proprio nelle cose reiette e disprezzate dagli uomini che a Dio piace manifestare la Sua infinita potenza. Questa chiave di lettura rende visibile la sterminata propulsività del concetto di potenza di Dio. Per spiegare meglio: è quasi come se Egli, in buona fede, si prendesse gioco di noi, poveri sapientoni.
Ecco allora il senso dell’invito rivolto agli uomini di andarLo a trovare lì, in quell’aia di campagna, dove si parla il dialetto.
E’ un posto semplice, che costa un gesto di umiltà e di obbedienza a tutti. Un’obbedienza alla quale sarà riconosciuta una grande ricompensa: il dono della conversione del cuore e della benedizione sotto la Sua mano. Questo è il più grande miracolo che possa capitare a un essere umano qui sulla terra e che il Signore Gesù non nega a nessuno.
Di miracoli suggestionanti invece qui non ne sono mai avvenuti. Gesù ha fatto scrivere che della Sua trascendenza non è mai stato avaro e di prove sulla Sua potenza ce ne sono state fin troppe nel corso dei secoli. Eppure spesso l’uomo non gli ha dato molta considerazione. Anzi, è capitato pure, come è avvenuto duemila anni fa, che hanno trattato Gesù da stregone e sono stati considerati dei folli coloro che negli anni hanno dato credito alle Sue manifestazioni. Sembra quindi che sia volontà del Signore quella di aver scelto Monte Camauro come un posto simbolico dove rimarcare con decisione una verità un po’ dimenticata: la Sua costante presenza nel tempo sulla terra, in nostra compagnia. Nei messaggi Egli spiega che la Sua vicinanza a noi è tale che non abbiamo alcun bisogno di andarLo a cercare lontano. Essa è così tangibile che afferma: “Se allungate un dito Mi potete anche toccare!”. Si può dunque dire che in questo luogo, il desiderio di Dio di avvicinarsi fortemente all’uomo fino a farsi toccare con mano, si sia fatto reale. A conferma di ciò vi è la manifestazione della Sua parola e della Sua presenza. La parola sono i numerosi messaggi, tuttora in corso. La presenza sono tutti i doni della visione che sono stati fatti a molte persone. Persone che vedono e che vedranno sempre più, come ha promesso, le Sue immagini e quelle di Sua Madre, sotto forma di ombre di luce. (Molte immagini donate ai veggenti sono state da loro disegnate. Alcune di esse vengono riportate in questo libro su richiesta del Signore: msg. del 20-5-07).
E’ dalla prima domenica di maggio del 2004 che ciò avviene regolarmente, ogni domenica mattina, all’interno della tenda. Una tenda che Gesù ha voluto e che noi abbiamo realizzato al posto di un vecchio fienile, situato sull’aia della casa colonica dei coniugi Gregonelli. Gesù l’ha chiamata: “La tenda di Mio Padre”, perché ricorda che anche il Padre ne aveva una per guidare il popolo di Israele durante l’esodo nel deserto. E già allora Lui era con il Padre, come lo è adesso. Il simbolismo indica che quella tra Dio e l’uomo è una storia reale, costruita quotidianamente e questa ne è la prova, a dimostrazione che nulla è mai cambiato da allora.
Ma oltre alla tenda chiede che venga edificata la Sua Chiesa. E si dovrà chiamare: “La grande Chiesa del Signore”, poiché è stato Lui in persona a volerla. Un edificio dove innalzare “La bandiera dell’Altissimo”. Un edificio dove riunire tutti i popoli della terra e poter ricordare loro che Egli è guida e che noi da soli siamo nullità. Per poter avvicinare l’uomo, poterlo benedire di Sua mano e ricordargli che veglia per lui giorno e notte e lo attende, ora più che mai, al dovere principale, che è quello di fare la Sua volontà.
Nei messaggi ricorre insistentemente il Suo desiderio di vedere in quel posto una moltitudine di popolo. Vuole che ognuno di noi si preoccupi per questa che è, oltre che fare la Sua volontà, la cosa più importante: farlo sapere a tutti, oltre il mare e le montagne, fino agli estremi confini della terra.
All’uomo che accetta l’invito ad incontrare il Signore in questo luogo Egli chiede di pronunciare la seguente frase: “Eccomi o Signore”. Ad indicare che ognuno di noi presenta se stesso al Signore, in un rapporto di intimità. E’ dunque un cammino reale, fatto della Sua parola e della Sua presenza. “E’ come salire la montagna più alta del mondo”, dice Gesù nei messaggi. “E’ come salire una scala”, dice pure. E chi lo seguirà dovrà dimostrare di possedere bontà, rispetto e fede. Chi si incamminerà con questo atteggiamento scoprirà che in fondo non è poi così difficile seguire l’Altissimo, poiché è Lui che irradia gioia, luce e potenza all’uomo. Noi siamo testimoni di ciò, confermando che questo piccolo tempo dedicato al Signore non ci costa nessun sacrificio e ci permette di svolgere bene anche tutti gli altri adempimenti di fede a cui eravamo abituati prima.
A chi persevererà fino all’ultimo Egli ha promesso che sarà rivelata la Verità e sarà donata la gioia infinita dell’incontro con Lui: “In cima alla montagna ci sono Io che vi sto ad aspettare”, dice Gesù nei messaggi. E pure: “All’ultimo gradino della scala ci sono Io che vi tendo la mano”.
Si potrebbe proseguire all’infinito nel far parlare lo spirito su ciò che questa esperienza rappresenta. Però, davanti ai messaggi del Signore, non si può che passare a Lui la parola. Ma in ultimo è dovuto un appello e una raccomandazione. L’appello, come già detto, è di accettare l’invito del Signore a fare questo incontro domenicale con Lui. Ciascuno può impegnarsi per se stesso e per gli altri, soprattutto verso quelli che vorrebbero venire ma non trovano un aiuto. Grande sarebbe la gioia del Padre nel vedere che qualcuno si impegni in questo, cioè a organizzare dei pellegrinaggi. Lo ha chiesto in moltissimi messaggi (per es. msg. del 9-2-03; 6-7-03; 9-11-03; 16-11-03; 6-3-05; 3-4-05; 31-7-05; 7-8-05; 14-8-05; 21-8-05; 25-12-05; 5-3-06; 8-7-07) affinchè venga fatta questa obbedienza. Si richiedono quindi persone di buona volontà e che abbiano esperienza e capacità organizzative. (Per indirizzo e contatti vedere in fondo al libro).
La raccomandazione riguarda invece la lettura dei messaggi, che andrebbe fatta domenica dopo domenica, dal primo fino all’ultimo. Questo per non perdere la completezza della parola e della Sua volontà.
A questo punto non resta che augurare a tutti una buona e fruttuosa lettura dei messaggi e il desiderio finale di donare anche ad altri la lettura di essi.

Paolo Marconi

 
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LA GRANDE VOLONTA' DEL SIGNORE - PECI MARIA CANDIDA - PCEMCN32M42F044V VER. 1.0 POWERED BY